Città di Castello tra arte storia e cultura
Appartengono a questo periodo medievale il Campanile Cilindrico, iniziato nel XI secolo e completato probabilmente verso la fine del XVI secolo e la Torre Civica del 1300 che conserva murati alcuni stemmi di pietra di personaggi politici d ella città medievale e la traccia dell’affresco dipinto da Luca Signorelli nel 1474, un frammento di questo dipinto è conservato oggi nella Pinacoteca Comunale.
La città ebbe anche il predominio Pietramala e nel ‘300 anche quello di Branca Guelfucci, Giustini, nel 1942 fu presa da Braccio Fortebraccio. Finalmente, dopo aspre contese delle locali famiglie fra cui i Guelfucci, Giustini e Fucci, emerse, nella seconda metà del ‘400, la famiglia Viteli. In questo periodo la città conobbe il massimo splendore; artisti, pittori, architetti di gran nome furono chiamati ad abbellirla, primo fra tutti Raffaello Sanzio che, ancor giovanissimo, dipinse fra il 1499 e il 1504 opere che hanno
Città di Castello si liberò definitivamente dal dominio pontificio nel 1860 con l’ingresso delle truppe piemontesi e l’annessione al Regno d’Italia. Dopo gli effetti devastanti della Seconda Guerra Mondiale, la città inizia la vera e propria espansione fuori le mura urbiche.
Negli anni settanta, Alberto Burri recupera l’ex area industriale dei “Seccatoi del Tabacco”; dove stabilisce il suo laboratorio, per poi ricavarvi l’odierna mostra permanente dei grandi cicli pittorici, inaugurata nel luglio del 1992, che ospita 128 opere che vanno dal 1970 al 1993.
Le dimensioni dei Seccatoi hanno potuto accogliere questi dipinti di grandi proporzioni ritrovando lo spazio di origine dopo l’esodo espositivo che le aveva portate in mostra nei vari continenti. La mostra ai Seccatoi segue a quella di Palazzo Albizzini, inaugurata nel 1981, con l’esposizione di 129 opere